Sanità. Bertelli: “urgente completare la riorgranizzazione sanitaria”

10 Giugno 2016

di Giulia Bertelli (Responsabile sanità e welfare PD Ferrara)

prontosoccorsoL’interpellanza presentata dal gruppo consiliare del Partito Democratico in merito alla carenza di personale medico al Pronto Soccorso di Cona, ben rappresenta la difficile situazione del sistema di emergenza-urgenza dell’ultimo periodo.

La necessità di rivedere il numero di medici presenti al Pronto Soccorso di Cona, evidenziata nell’interpellanza, fa riferimento ad un problema molto più complesso. La riorganizzazione sanitaria su cui si lavora da diversi anni, da noi fortemente sostenuta, e ancora da completare totalmente, si articola su un sistema a rete per cui la debolezza di alcuni nodi tende a sovraccaricarne altri.

Affinchè il sistema funzioni bene, è necessario che ogni settore faccia la sua parte.

L’aumento degli accessi al Pronto Soccorso di Cona registrato negli ultimi anni ha certamente diverse cause. Una prima causa da annoverare riguarda il fisiologico aumento delle patologie collegate all’invecchiamento della popolazione, a seguire abbiamo la vocazione di Hub di Cona per cui il Pronto Soccorso riceve i casi difficili da tutto il territorio provinciale. Tuttavia l’aumento di accessi è dovuto anche ad un numero ancora troppo elevato di ingressi inappropriati, casi che si sarebbero potuti trattare in altre strutture. Abbiamo poi gli accessi ripetuti dovuti ad una non ottimale gestione del processo di dimissioni. L’anzianità crescente della popolazione ha generato infatti un aumento di problematiche legate alla gestione del paziente dimesso, in parte assorbite dalle strutture di post-acuzie e dagli ospedali di Comunità, e in parte gestite dal sociale. Nell’ottica di una progressiva riduzione dell’ospedalizzazione della persona, dobbiamo concentrare l’attenzione sul processo di dimissione del paziente, specialmente nei casi complessi in cui son presenti più patologie o un’elevata età o una situazione di fragilità sociale. Ad oggi, nonostante molti passi siano già stati fatti, il numero di accessi al pronto soccorso ci racconta una storia in cui il sistema territoriale non è ancora andato pienamente a regime. La nostra attenzione deve essere rivolta proprio a questo.

Ai disagi evidenziati dal personale del pronto soccorso e dai pazienti (e relativi familiari) dobbiamo oggi dare risposta cercando di dotare il sistema di emergenza-urgenza con il personale necessario a rispondere al volume di casi che si presentano. Per equilibrare a dovere il sistema sarà poi necessaria un’ulteriore riflessione sul sistema territoriale per poter intervenire in anticipo su quei casi a cui possiamo evitare un successivo accesso in emergenza.


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