Buona Festa della Liberazione!

25 Aprile 2023
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Ogni anno ci diciamo che è importante continuare a soffermarci sul 25 aprile e sui valori che rappresenta. Io continuo a pensare, via via che passa il tempo e per come sta evolvendo il dibattito pubblico nel nostro Paese, che non bastino più esercizi di stile o formule retoriche. E che sia anche diventato insopportabile vedere rappresentanti delle Istituzioni, a tutti i livelli, denigrare la lotta per Liberazione per 364 giorni all’anno e poi sottoporci a bagni di ipocrisia come nulla fosse successo.

 

Va detto – purtroppo – che ciò è vero se si accetta di guardare per quello che è il revisionismo storico a cui siamo stati messi di fronte: un maleficio che tenta di ribaltare il significato di eventi e verità storiche, a vantaggio esclusivo della narrazione che – troppo spesso – una destra post-fascista ha sdoganato a proprio diretto vantaggio. Ascoltiamo troppe volte durante il corso dell’anno stupidaggini rivendute come dogmi, utili solo ad alimentare divisioni o a distorcere il racconto del passato per influenzare in negativo la realtà dell’oggi. Invito tutti, a partire da me stesso, a non considerare mai questi episodi a ignoranza folcloristica o a scivoloni di gente inconsapevole: ridisegnare la Resistenza, criminalizzare la lotta per la liberazione servendosi magari di qualche episodio estraneo o sbagliato, significa, con tutta evidenza, voler minare una delle basi su cui si fonda la nostra Costituzione.

 

Con le sole dichiarazioni degli ultimi giorni ci si potrebbe riempire un libro: non starei infatti parlando con lo stesso senso d’urgenza se il revisionismo di cui accennavo sopra non avesse raggiunto i piani alti delle Istituzioni. Altissimi, a dirla tutta. Questa è una realtà per l’Italia del 2023. E non sono i tentativi di smentita del giorno dopo a darci rassicurazione, anzi. Al massimo queste aumentando il senso di disagio.

 

Se la seconda carica della Repubblica un giorno definisce i fatti di via Rasella come un attacco dei GAP romani a “una banda di innocui musicisti altoatesini in pensione”, e quello dopo sostiene che l’antifascismo non sia citato in Costituzione, significa che è saltata ogni inibizione, e che la contro-narrazione ha compiuto un passo in avanti. Io, e come me milioni di altri italiani di molte sensibilità politiche differenti, di un Herbert Kappler direttore d’orchestra non avevamo mai sentito parlare sin qui.

Dunque, che cosa sono o come possono essere interpretate dichiarazioni del genere?

Lo chiedo avendo bene in mente che cosa ha rappresentato la violenza nazifascista per il territorio ferrarese, per paesi come Anita o Filo, ad esempio. Me lo chiedo, e forse ce lo chiederebbero loro stessi se potessero, portandomi con la testa ai pensieri dei morti dell’eccidio del Castello, mentre venivano rastrellati per essere barbaramente uccisi e poi lasciati esposti in segno di avvertimento ad una Città che il regime ha voluto ferire. Me lo chiedo, infine, riportandomi alle lapidi sparse in ogni centro o frazione della nostra Provincia: su queste, lo ricordi chi oggi si abbandona alle provocazioni, sono scritti i nomi di persone che per lo più erano ragazzini. Spesso figli di gente povera, ma con un’idea salda di dignità.

Alla domanda su cosa rappresenti tutto ciò la società civile deve dare un risposta netta. Per chi, come noi, vede nel 25 Aprile una celebrazione laica della libertà e della democrazia che abbraccia l’idea di stare insieme non solo come parte, ma come Paese intero, non è possibile tacere, né rimanere indifferenti al peso delle parole. Costi anche il rischio di dover passare per quelli ripetitivi.

 

L’augurio più sincero che posso fare a tutti noi oggi è che il 25 aprile diventi dunque una ricorrenza nazionale finalmente riconosciuta da tutti, non solo sul calendario.

Che sia ricordo condiviso di gratitudine e libertà per coloro che hanno costruito la Liberazione: cattolici, socialisti, comunisti, repubblicani, liberali. Di qualunque estrazione politica siano stati. E che quel giorno, quando esso arriverà, i valori più profondi di questa ricorrenza siano lo strumento attraverso cui attuare la Costituzione più bella del mondo. Buon 25 Aprile.

 

Nicola Minarelli

Segretario Provinciale

PD Ferrara


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