Accordo unitario Berco, grande soddisfazione del PD

8 Agosto 2013

kelvin2Il Partito Democratico di Ferrara ha accolto con un sospiro di sollievo la notizia arrivata in primissima mattinata del raggiunto accordo unitario al Ministero del Lavoro, tra impresa, sindacati e istituzioni, rispetto alla crisi Berco.
Un accordo che, alla luce delle premesse, non era affatto scontato e senza il quale le ripercussioni sociali di una delle crisi aziendali più rilevanti della nostra regione, rischiavano di essere drammatiche.
L’accordo è il frutto del lavoro unitario tra tutte le forze sindacali coinvolte, a partire innanzitutto da quelle locali, sia di categoria che delle RSU, e del forte sostegno, anche in questo caso unitario, da parte delle istituzioni, locali, regionali e nazionali.
Mi permetto di ascrivere a questa unitarietà di intenti il risultato ottenuto, un’unitarietà partita dai livelli locali e regionali e che poi si è esplicitata anche a livello nazionale (sindacati e Governo), altra questione assolutamente non scontata e frutto di un lavoro costante e certosino di tutti i soggetti coinvolti.
La filiera istituzionale ha funzionato nel migliore dei modi e la decisione da parte di tutte le istituzioni di farsi rappresentare, fin dal primo momento e fino all’ultimo secondo, dalle massime cariche (dal Ministro Enrico Giovannini, al Presidente della Regione Vasco Errani, dalla Presidente della Provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, al Sindaco di Copparo, Nicola Rossi) è stata l’esplicitazione della centralità data da quelle istituzioni alle politiche per la tutela del lavoro, che oggi più che mai rappresentano la sfida da vincere e che per il Partito Democratico sono centrali per far uscire il Paese dalla crisi e per riattivare la speranza.
Per questo, evitato il dramma sociale di un accordo che prevedesse licenziamenti tout-court senza nessuna forma di tutela, ora è il momento di immaginare, con altrettanto spirito unitario, in che modo rilanciare quell’azienda e, più in generale, le politiche industriali nel nostro Paese.

Paolo Calvano


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