Processo breve: migliaia di processi annullati per salvarne uno solo

22 Gennaio 2010

Nel giorno di domenica 24 gennaio il Partito Democratico di Ferrara sarà nelle principali piazze della Provincia per dire con forza no al processo breve.

In particolare nella mattinata il PD sarà a Ferrara in piazza Trento e Trieste: saranno presenti i vertici del partito dal Segretario provinciale Calvano al Segretario della città Merli, i parlamentari Sen. Bertuzzi e On. Bratti, il Consigliere regionale Montanari, la Presidente della Provincia Zappaterra, il Sindaco Tagliani, Daniela Montani, candidata alle elezioni regionali di marzo, gli amministratori, gli iscritti e i simpatizzanti del PD. Anche negli altri Comuni della Provincia si organizzeranno momenti di informazione e incontro sul tema tra il partito e i cittadini.

processo breve


Dopo l’approvazione in Senato del ddl sul cosiddetto processo breve, relativo alla durata del processo penale il PD scende in piazza per dare sostegno e visibilità alla forte opposizione che stanno conducendo i rappresentanti democratici in Parlamento.

Tale opposizione è necessaria perché al processo breve rischia di sommarsi il via libera al legittimo impedimento, che comporterebbe l’obbligo per i giudici a riconoscere l’impossibilità a partecipare alle udienze per tutti i soggetti che stiano esercitando la funzione di governo. Un’immunità mascherata, insomma, che violerebbe il principio costituzionale che dichiara tutti i cittadini eguali davanti alla legge e che dimostra, ancora una volta, che gli interessi della maggioranza al governo sono altri rispetto all’individuazione e risoluzione dei veri problemi della giustizia italiana.

Il processo breve è un processo ingiusto, perché laddove la legislazione sul reato, sulle procedure e sulle garanzie processuali rimangono invariate favorendo tempi dilatati, porre dei limiti alla durata significa favorire soltanto chi rimarrà impunito grazie a questo strumento e chi può permettersi di pagare di più per esplorare le vie della procedura. Di fatto siamo di fronte ad un’amnistia che stabilisce in particolare che per i processi in corso relativi ai reati commessi fino al 2 maggio 2006 e puniti con pena pecuniaria o detentiva inferiore ai 10 anni, il giudice pronuncia l’estinzione del processo: e proprio su questo punto si sostanzia la strumentalità di un provvedimento che non è inserito in una riforma organica del processo ma che mira soltanto a bloccare i processi Mills e Mediaset in capo al premier.

E’ lo stesso Luca Palamara, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, a lamentare che la legge sul processo breve “rischia di mettere in ginocchio la già disastrata macchina giudiziaria” ma che “non dà giustizia alle vittime dei reati e garantisce l’impunità a chi ha commesso fatti delittuosi” perché “per come è combinata la macchina giudiziaria non potremo mai definire i processi nei tempi indicati dal legislatore”.

Il Partito Democratico chiede di discutere dei problemi reali del paese, dei problemi di tutti in nome dell’interesse collettivo e non di procedere nella direzione di favorire solo qualcuno. E’ lo stesso Bersani, Segretario nazionale del PD, a ribadirlo sottolineando le ambiguità della legge sul processo breve: tutti vorremmo “che i processi durassero meno, soprattutto quelli in ambito civile che danneggiano anche le attività economiche di tanti italiani, ma se passa una legge del genere, molti processi salteranno”. In questo modo si sacrificano migliaia di vittime, in altre parole le parti civili e le parti offese, che non otterranno la giustizia che chiedono.


Pier Luigi Bersani a Ballarò del 19 gennaio 2010 – Il segretario del Pd dibatte con il ministro Bondi e con Alessandro Sallusti, condirettore de Il Giornale, sul progetto di legge sul cosiddetto “processo breve”.


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