Verso il congresso

8 Giugno 2009

I Giovani Democratici rappresentano un’esperienza fondamentale nella formazione politica dei giovani del Partito Democratico, sono la possibilità di un confronto franco e autonomo. I Giovani Democratici rappresentano altresì una risorsa importante per un partito che si propone come sintesi di storie politiche diverse, perché essi sono e vogliono essere uno spazio di dibattito costruttivo, un luogo di elaborazione politica dove coltivare il senso di quella sintesi. Infatti, la realtà del nostro territorio e del Paese oggi va interpretata con categorie nuove che facciano tesoro delle tradizioni confluite nel Partito Democratico, ma che allo stesso tempo siano davvero originali. Questa è l’unica condizione per proporre una vera alternativa politica nel Paese e nuovi percorsi di sviluppo e di governo per il nostro territorio.

I Giovani Democratici riconoscono comunque di non poter esaurire da soli i percorsi della formazione politica. La formazione è un’attività che si svolge anche dentro il Partito, nella gestione dei Circoli e nella partecipazione alle attività politiche e ai processi decisionali, e fuori il Partito, nei luoghi di amministrazione del territorio mettendosi in relazione con le persone e i loro bisogni. Auspichiamo che il Partito ci accompagni lungo questo percorso di formazione, attraverso un costante confronto sui temi e sugli strumenti della politica, elementi che sapremo rielaborare come parte integrante della nostra esperienza politica.

I Giovani Democratici possono offrire, inoltre, un contributo importante al Partito, un sostegno concreto alla definizione della sua agenda politica, alla progettazione della sua azione e al dialogo con la società, soprattutto nei luoghi che sono propri dei giovani. Ne è un esempio il nostro impegno nelle elezioni universitarie del 12 e 13 maggio. Grazie alla collaborazione con le altre organizzazioni politiche giovanili e le associazioni studentesche del centrosinistra, abbiamo raggiunto un risultato importante che ha proclamato la lista unitaria della sinistra prima nell’ateneo ferrarese e nel nord-est. Questa è una testimonianza chiara delle capacità di una politica autonoma e dell’elaborazione di un messaggio davvero capace di raggiungere i giovani.

I Giovani Democratici auspicano che, assieme a loro, il Partito sia in grado di valorizzare tutte le risorse a sua disposizione, a partire dai Circoli quali luoghi di confronto politico e di aggregazione, perché è attraverso i Circoli che la politica può ritrovare spazio nella quotidianità delle persone.

Ciò, tuttavia, passa anche da un’idea diversa di politica che già esiste, ma talvolta non riesce a essere comunicata in modo efficace o, peggio, non riesce a esprimere tutto il suo potenziale, imbrigliata in processi decisionali poco snelli e non sempre trasparenti tanto quanto richiesto dai cittadini. Per questo motivo i Giovani Democratici auspicano che l’assetto organizzativo del Partito che uscirà da questo congresso sia in grado, da un lato, di potenziare gli strumenti della comunicazione e, dall’altro, di rendere più fluide le decisioni, affinché le risposte offerte a iscritti ed elettori possa essere davvero tempestiva ed efficace.

Ciò non significa però che il confronto e il dibattito debbano essere trascurati, ma che siano anzi valorizzati nelle opportune sedi di Partito così da tradurre in maniera concreta il senso di sintesi, unità e affiatamento suggerito da una candidatura unica che altrimenti non potrebbe essere capita fuori dalle nostre stanze.

L’impegno del Partito Democratico, infatti, dovrà saper dare riposte efficaci e comprensibili ai bisogni dei cittadini, diffondendo tra loro una nuova cultura politica capace di interpretare una società che negli anni è profondamente e repentinamente cambiata. Questo è ciò che fa la differenza tra la somma e la sintesi.

Pertanto il Partito Democratico ha bisogno di rivolgersi sia alle imprese che ai lavoratori. È necessario guidare il nostro territorio lungo un nuovo percorso di sviluppo caratterizzato dalla sostenibilità, dalla solidarietà e dalla coesione, individuando strumenti di governo che possano sostituire quelli che la storia ormai ci dice inadeguati. L’attività d’impresa dovrà essere protagonista di tale percorso, creando nuove opportunità di lavoro, disegnando un paesaggio compatibile con le esigenze delle generazioni future e mettendo al centro l’idea di “economia verde”.

Inoltre, il Partito Democratico dovrà essere capace di pensare un nuovo mondo del lavoro, dove non esista alcuno spazio per le fratture sociali. Il sistema occupazionale oggi è fatto di lavoratori dipendenti, parasubordinati e di un numero pericolosamente crescente di precari troppo spesso nascosti dietro le partite IVA. Il Paese e il nostro territorio hanno bisogno di proposte audaci che riescano a superare gli interessi di quei gruppi sociali che temono il rischio di perdere le proprie tutele aprendo a chi non può accedervi un sistema completo di diritti del lavoro.

Infine, il Partito Democratico dovrà saper creare coesione dedicandosi senza sosta e tentennamenti al tema dell’integrazione. Un’integrazione che è innanzitutto intergenerazionale e garantisce la sostenibilità di un patto sociale che contraddistingue il nostro territorio, ma che è stato messo in difficoltà dalla crisi economica. Un’integrazione che deve essere europea, perché la Comunità Europea è già un riferimento imprescindibile per l’azione politica, sebbene abbia ancora bisogno di consolidare i propri strumenti e sistemi decisionali. Un’integrazione che deve dare cittadinanza a tutte le risorse di cui il nostro territorio si può avvalere e che, per questo, hanno il diritto di disporre degli strumenti più opportuni per accedere a quel patto sociale. Questo vale anche per gli studenti, veicoli dell’investimento in capitale umano del nostro territorio e forza per esso imprescindibile.

Ferrara, 29 maggio 2010

Giovani Democratici di Ferrara


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